NO AL LOTTO ZERO Comitato Oltrserchio e Colline Lucchesi

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secolo XVII comportò nuove divisioni amministrative del territorio con la soppressione delle antiche piccole autonomie locali. Ma mentre nel contado questo sovvertimento istituzionale si materializzò nel solo mutamento di nome del tipo di circoscrizione e gli ambiti vicariali restano invariati. Il distretto delle sei miglia fu quasi tutto per la parte della piana raccolta sotto la sola comunità di Capannori che venne a costituirsi come uno dei più grandi comuni rurali della Toscana” .
I.B.Barsali. “I palazzi dei mercanti nella libera Lucca del ‘500”, 1980.: “ Il territorio lucchese è suddiviso in contado delle Sei Miglia e Vicarie. Completamente necessario per approvvigionamenti della città è il contado delle Sei Miglia con le terre feritli della piana e delle colline, con una continuazione nei colli della marina, dove una grave ferita era stata aperta nel 1513 dall’annessione a Firenze delle terre di Pietrasanta e Motrone ( Lucca, che nel 1513 vede il suo territorio decurtato di Pietrasanta e Motrone da parte di Firenze, nel 1530 è esclusa dai Medici dal tracciato della strada postale per Sarzana, dirottato su Pisa ).
G.Bedini, “Le corti lucchesi ed il paesaggio della piana di Lucca”. Sull’origine delle sei miglia.: “ Il territorio interessato dalle corti lucchesi è quello della pianura dei comuni di Lucca, Capannori, Porcari ed in parte di Montecarlo e Altopascio. E’ importante rilevare che questo territorio ha la sua origine e la sua prima definizione e delimitazione nel sec.XI. Per il rifiuto infatti del popolo e del clero lucchese di portare aiuto e di contribuire alla causa della contessa Matilde contro Arrigo IV, quest’ultimo, in considerazione di tale astensione e della costante fede dei lucchesi dimostrata nei suoi confronti concesse con diploma del 25 giugno 1081, quei privilegi che secondo alcuni storici vengono considerati come il principio dell’indipendenza del popolo lucchese. In questo documento si pone il divieto di edificare castelli e torri difensive entro un raggio di sei miglia attorno alla città e viene conseguentemente segnata l’estensione del territorio sul quale avevano giurisdizione i Duchi della provincia e i cittadini lucchesi. Questa delimitazione costituisce il Distretto delle sei miglia a cui sempre, fino a che perdurerà l’indipendenza dello stato lucchese, si farà riferimento non solo per questioni di carattere amministrativo o fiscale ma riconosciuta dalla stessa struttura ecclesiastica, costituirà l’ambito fisico di tutta la struttura organizzativa dalla parte pianeggiante dello stato lucchese”
Carina. “Notizie storiche del contado lucchese”, Lucca 1871, pag.34,.: documento del 1261 che riporta con esattezza “..non soltanto la nota delle pievi che in quel tempo componevano il distretto delle sei miglia ma sebbene il numero e il nome dei castelli terre ville sparsi nel contado i cui popoli godevano i medesimi diritti dei cittadini ( qui sunt cives ), non che delle altre terre parimente del contado, ma prive di tale privilegio, che componevano il dominio della Repubblica”.
Tommasi. “Sommario della storia di Lucca “, 1847. I benefici concessi dal Diploma del 1081. : “…colla data di Roma 23 giugno 1081, una carta, dal savissimo discernimento del Fiorentini ( “Vita di Matilda”), reputata quale principio di libertà pè lucchesi (…..). Ecco le principali sostanze di quella che richiama presentemente la nostra considerazione. Per guiderdonare i cittadini lucchesi della fedeltà serbategli e dei servigi resigli, vieta l’imperatore ai vescovi, duchi, marchesi, conti ed a qualunque potestà o persona, di demolir l’esterior recinto delle mura civiche, non che i casamenti tanto urbani che suburbani; l’edificar castella nel distretto delle sei miglia, l’arresto dei cittadini senz’ intervento dei pubblico giudizio; finalmente, qualsivoglia tentativo di violenza inteso a disturbare il pacifico possedimento dè loro beni. Seguono rafferme sia di patti stipulati fra essi ed i marchesi di Toscana o altra potestà qualunque, sia di perverse consuetudini invalse fin dal tempo del marchese Bonifazio; permessi di mercanteggiare in alcune fiere italiche, ma però con esclusione dichiarata pè fiorentini; e liberazioni, 1° da placiti o sentenze di giudici longobardi; 2° dal ripatico pisano, sorta di contribuzione pagabile dà naviganti che approdassero sulla costa di quel territorio; 3° da certi obblighi di vassallaggio verso il supremo signor: indicati con nomi di fodero di curatura da Pavia sino a Roma, ospizio e d’imperial palagio entro Lucca e né sobborghi (….). Tre vantaggi notevolissimi recava seco il diploma. Temperava la suggestione immediata, mitigava la gravezza pecuniaria della mediata, e fruttava per i cittadini lucchesi rispetto ad altre potenze un principio d’esistenza politica”. In altro documento, privo di data, presumibilmente steso durante il soggiorno dell’imperatore a Lucca, si ripetono le concessioni fatte precedentemente dall’imperatore e in cui si aggiunge, proprio per proteggere e facilitare il commercio lucchese, “…la piena libertà: 1° di navigare nel fiume Serchio; 2° di approdare alla foce del Motrone; 3° di transitare per la via terrestre intermedia fra Luni e Lucca”.
M.Berengo. “Nobili e mercanti nella Lucca del ‘500”, Torino, 1974.: “Il dominio della repubblica lucchese è il suo contado, i suoi diritti sono comitativi, e nessun altro centro urbano all’infuori della capitale è racchiuso nei suoi confini. Manca qui dunque ogni diversa e contrastante tradizione municipale ad incrinarre la compattezza del piccolo Stato che in Lucca ha il suo unico ed indiscusso centro d’attrazione (….) il contado appare un completamento indispensabile della capitale, quasi una condizione della sua libertà (…..). E mentre la grande fertilità delle Sei Miglia, e la folla di ville con cui le famiglie mercantili le hanno costellate, congiungono strettamente e naturalmente questo sottile lembo della pianura al centro urbano, le viarie, montuose e coperte da pascoli e castagneti, sono assai più lontane da Lucca di quanto le poche decine di miglia che le dividono non possano denotare. Il cittadino che vuole assicurare ai suoi eredi l’indisturbato godimento del patrimonio domestico, dispone sovente che alla sua morte il capitale sia ritirato dalle compagnie e subito investito in buone terre della pianura. Ma quest’ultima specificazione si riduce ad un indice di sfiducia verso gli esecutori testamentari, poiché ben difficilmente un mercante lucchese si risolve ad acquistare poderi fuori della cinta delle Sei Miglia, (….) le Sei Miglia sono così frazionate nel mosaico di piccoli e medi poderi appartenenti ai cittadini e ai monasteri urbani che ben di rado s’intravede l’esigenza di grandi tenute, nelle vicarie il